Curiosità

Qualche cenno storico: "L'Area Sacra Archeologica Griso-Laboccetta".


La Peonia apre le sue finestre su di una piccola area verde nel centro città, ma quello che sembrerebbe un incolto giardinetto nasconde in realtà una splendida area archeologica: l'Area Sacra Griso-Laboccetta.
Purtroppo attualmente poco valorizzata, essa costituisce una parte importante della storia di Reggio Calabria.
E' proprio da qui che, inoltre, provengono reperti di notevole rilievo ed importanza storica che sono andati ad arricchire la già considerevole collezione del nostro Museo Archeologico Nazionale.

Ci sembra quindi doveroso dedicare qualche riga alla sua storia, con la speranza che non venga dimenticata e che sia al più presto riqualificata, attribuendole così il suo giusto valore.

Ecco a Voi qualche cenno storico...

 "Verso la fine dl XIX secolo, degli importanti scavi archeologici portano ad una serie di rinvenimenti che hanno permesso di identificare diverse zone di culto dislocate in più punti della città.

Tra questi l'area sacra al momento più rilevante è quella nel fondo Griso-Laboccetta, situata al centro della città attuale tra via del Torrione, via Tripepi, via 2 settembre e via Palamolla, che presumibilmente si estendeva fino alla via Aschenez.

Scavata dalla fine del XIX secolo,, l'area Griso-Laboccetta ha restituito tra i pezzi archeologici più celebri esposti al Museo Nazionale della Magna Grecia di Reggio. Già nel VI secolo a.C. è accertata la presenza di un santuario molto importante dedicato a Demetra in questo sito fuori dalle mura. Verso la metà del IV secolo a.C. l'area viene integrata entro il nuovo circuito allargato delle mura cittadine. Da questo momento l'area è occupata da edilizia privata fino al periodo romano.

 L'area monumentale costituisce un settore di una più vasta area urbanache fu oggetto di scavi a partire da quell'epoca ed ha restituito numerosi resti fittili che hanno portato all'identificazione della stessa come santuario dedicato alle divinità ctonie. Furono rinvenute numerose terrecotte architettoniche che rivestivano le strutture degli edifici di culto, nonché grandi quantità di coroplastica e vasi frammentari che costituivano gli ex voto, dedicati alle dee Demetra e PersefoneI resti murari individuano le fondazioni di strutture murarie in ciottoli il cui alzato in mattone crudo è ormai perduto. le strutture corrispondono ad edifici sorti nel santuario tra il V ed il IV secolo a.C. e agli edifici di carattere residenziale che si impiantarono sullo stesso sito dopo l'abbandono del santuario in età ellenistica e romana (III - II secolo a.C.)

Gli scavi successivi hanno inoltre permesso di determinare la presenza, oltre al tempio già di notevoli dimensioni, anche di una serie di strutture annesse e di un tempietto con cella e pronao databile alla metà del VI secolo a.C.

Durante le varie campagne di scavo è stato recuperato molto materiale, tra questi di grande rilievo è un frammento di fregio architettonico in terracotta policroma, detta "lastra Griso-Laboccetta" databile all'ultimo quarto del VI secolo a.C. , che ritrae due figure femminili danzanti, modellate senza uso di matrice."

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